Vivace e ricca di opportunità, la stagione calda può tendere però alcune insidie, determinate dalle temperature elevate del periodo. Per non incorrere, quindi, in disturbi e malesseri di salute,
Vivace e ricca di opportunità, la stagione calda può tendere però alcune insidie, determinate dalle temperature elevate del periodo. Per non incorrere, quindi, in disturbi e malesseri di salute, causati appunto dal caldo afoso e dalle lunghe giornate assolate, è bene avere a mente e osservare una serie di accorgimenti, validi per tutti e in particolare per la terza età.A partire da abitudini alimentari corrette, alleate insostituibili e preziose per il mantenimento del proprio benessere. A dare, al riguardo, i giusti ragguagli è la struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica dellospedale Cardinal Massaia di Asti, che, ribadendo limportanza, per le persone anziane, di una corretta alimentazione, nei mesi estivi, in quanto lumidità e il caldo eccessivo possono causare problematiche di tipo fisico e psichico, riporta in primo piano il concetto di idratazione. Innanzitutto – afferma la struttura – bisogna regolare lapporto di acqua, secondo i fabbisogni dellorganismo, per evitare che eventualmente si disidrati (situazione che può aggravarsi in caso di sudorazione o in presenza di disturbi come vomito e diarrea). In generale, gli anziani tendono a bere meno, perché, con il trascorre delletà, si riduce lo stimolo alla sete. Si raccomanda perciò lassunzione di almeno 1,5 2 litri di acqua al giorno, pari cioè a 8 10 bicchieri, da consumare non ghiacciata, per evitare il rischio di congestione. Si consiglia, inoltre, di variare il più possibile il tipo di acqua (ad esempio, ad alto o basso residuo), per assicurare un adeguato apporto di minerali (come il calcio, utile contro losteoporosi). Una corretta idratazione permette, tra laltro, di contrastare la stipsi, particolarmente frequente nellanziano, e migliora lelasticità della pelle. Ma oltre allacqua, quali bevande sono più indicate e quali, invece, da bandire? E possibile – spiega la struttura – utilizzare tisane e, con moderazione, per lelevato apporto di zuccheri, succhi di frutta. Di contro, occorre fare attenzione a non consumare alcolici e superalcolici, che ostacolano la dispersione del calore. Consentito un contenuto consumo di birra a bassa gradazione alcolica. No poi alle bevande gassate, che producono gonfiore intestinale, e a quelle nervine, come tè e caffé, possibile causa di vasocostrizione. Quanto allalimentazione, la parola dordine è dieta Mediterranea. Riconosciuta dallUnesco come patrimonio intangibile dellumanità – riferisce la struttura – tale dieta consiglia, anche per la terza età, di consumare 5 porzioni quotidiane, tra frutta e verdura di stagione, da distribuire nei 3 pasti principali (colazione, pranzo, cena) e i 2 spuntini (a metà mattina e a metà pomeriggio). Nello specifico, per assicurare un apporto corretto di vitamine, sali minerali e oligoalimenti, è auspicabile assumere ogni giorno ortaggi di colore diverso (come giallo arancione, rosso, viola, verde, bianco). Ad ogni colore, infatti, corrisponde un differente apporto di micronutrienti e quindi di proprietà nutrizionali. Per orientarsi meglio, ecco qualche esempio, da cui partire, per portare in tavola i cibi più indicati. Gli ortaggi di colore viola, come melanzane, more e mirtilli – annota la struttura – sono ricchi di antocianine (sostanze dalleffetto protettivo sui vasi sanguigni e sul microcircolo); i prodotti giallo arancioni, come carote, meloni e albicocche, di beta carotene (precursore della vitamina A e noto protettore della pelle e della funzione visiva); gli ortaggi rossi, tra cui pomodori, angurie e fragole, di licopene (ad elevata attività antiossidante); e quelli verdi, come le verdure a foglia larga, di vitamine e minerali (protettivi delle membrane cellulari).
Sarcopenia: cose e come si previene
E ormai risaputo quanto sia inscindibile il legame tra alimentazione e salute. Anche per contrastare, in prospettiva, linsorgenza di svariate problematiche dellorganismo. Tra queste, la sarcopenia ovvero la perdita graduale e involontaria di massa e forza muscolare, che si stima interessi un anziano su cinque sotto i 70 anni e uno su tre oltre gli 80 anni. La perdita di massa muscolare – spiega la struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica dellospedale Cardinal Massaia di Asti – è un fattore naturale correlato alletà, spesso causato da unalimentazione non equilibrata, dalla riduzione della sintesi proteica, dallinattività fisica, dal rallentamento del metabolismo basale e dallinfiltrazione di grasso nel tessuto muscolare. In particolare, la sarcopenia contribuisce al declino funzionale dellapparato muscolo – scheletrico e ad aumentare il rischio di cadute e fratture correlate, rappresentando la principale causa di invalidità e debolezza. Se da un lato, si tratta di un fenomeno inevitabile con linvecchiamento, dallaltro è in parte rallentabile, adottando, fin dalla giovane età (già dai 40 anni lorganismo perde circa l8% di massa muscolare ogni decennio), un regime alimentare completo e bilanciato, tra cui un corretto apporto di proteine nella dieta, unitamente allattività fisica. Assumere unadeguata quantità di proteine – afferma la struttura – significa, infatti, prevenire la sarcopenia. Al riguardo, le raccomandazioni odierne prevedono nellanziano lassunzione di 1 – 1,2 grammi pro – chilo di proteine al giorno, in assenza di malattie legate allinsufficienza renale. Nello specifico, lapporto proteico giornaliero deve essere distribuito durante i tre pasti principali. Non bisogna quindi assumere proteine solo a pranzo o a cena, poiché, insieme allattività fisica regolare, sono in grado di stimolare efficacemente la sintesi proteica muscolare e perciò prevenire la sarcopenia. Occorre poi idratarsi a sufficienza e seguire le raccomandazioni per una corretta alimentazione, in merito sia alla riduzione di grassi, soprattutto di origine animale, di bevande e alimenti ricchi di zuccheri, sia allassunzione di adeguate porzioni di frutta e verdura. Inoltre, è fondamentale variare il più possibile la dieta, per consentire di assumere tutti i nutrienti necessari alla persona anziana, tra cui, ad esempio, il calcio e la vitamina D. Non da ultimo, limitare le porzioni, che dovranno essere proporzionate, in considerazione del fatto che il metabolismo basale si riduce con letà.